Allenamento a mezzogiorno alla Furla e partenza alle 16 in pullman da Piazza Azzarita. Nel mezzo, il rituale della conferenza stampa della vigilia con il coach biancoblù Dragan Sakota. Ancora più attesa dai giornalisti, per conoscere la situazione effettiva. Coach, chi giocherà domani sera? “Giocherà la Fortitudo. Durante la stagione è normale che accadano infortuni e problemi, ma bisogna sempre essere pronti a reagire. Capitò anche l’anno scorso al mio arrivo in gennaio, stesse rotazioni ridotte all’osso, l’importante è reagire di squadra”. L’esclusione di Forte è definitiva? “Sì, è stata una mia decisione, presa in accordo con la Società. Nel selezionare la squadra in estate, avevamo creduto in lui. Il suo talento non è in discussione, ma nell’ultimo mese il suo atteggiamento è completamente cambiato, in campo e fuori. Soprattutto, ha smesso di collaborare, nonostante i miei tentativi ripetuti nelle ultime settimane di reinserirlo nel sistema. Non ho mai deciso dall’oggi al domani, ma a quel punto la scelta è diventata obbligata e l’uscita notturna è stata solo il culmine di una situazione durata un intero mese. La Fortitudo vuole dimostrare di essere un club importante e organizzato, cirondata da tifosi fantastici: non si può accettare che ci sia qualcuno che lavora unicamente per sé e non per la squadra, rispetto all’anno scorso forse Joe aveva motivazioni diverse: allora era un’ultima chance dopo aver lasciato Kazan, adesso non era più quello di prima. Era importante dare un segnale che fosse d’esempio per tutti, basandosi sulle regole: nessun giocatore può considerarsi più importante del club, e anche se ora siamo in una situazione di difficoltà acuita dagli infortuni, la scelta era obbligata e ci porterà ad un passo avanti in ottica futura”. Perché lui e non altri? “Per me conta prima di tutto il campo, l’allenamento è uno specchio fedele della realtà: uno che non ha energia né spirito di collaborazione, dimostra il cattivo comportamento anche fuori. E sono convinto che anche la gente che guardava dagli spalti con Roma se ne sia accorta immediatamente. Non si può controllare completamente la vita al di fuori del campo, dove pure ci sono regole da rispettare e punizioni per chi non lo fa, ma una volta in campo per allenamenti e partite bisogna dimostrarsi quanto più professionali. Ed io mi sono basato sul campo per decidere. Posso accettare un errore, ma non il lavorare solo per sé e non per la squadra”. Quali diventano le gerarchie di squadra? “In questo momento siamo in emergenza, oltre a Barron e Forte fuori, ci sono gli infortuni di Bagaric e Gordon, che forse non doveva neppuire giocare con Roma, ha provato ma accusa dolore e domani rimarrà a Bologna per proseguire le terapie. Ci troviamo in emergenza praticamente fin dal primo giorno, dovremo attuare una chimica diversa per reagire, non soltanto contro Montegranaro ma per tutto il mese, aspettando la finestra di mercato. Cercando di arrivarvi avendo già inserito i giocatori giusti in allenamento, sapendo che ci vuole tempo per adattarsi ad un sistema di gioco. Di certo, la nostra selezione sarà orientata soprattutto all’attitudine di squadra, alla voglia di far parte del gruppo e di difendere”. Di fronte, una Premiata che ha avuto vicissitudini simili. “E’ vero, ma nelle prime due partite ha mostrato già un volto definito, ripartendo al meglio i carichi offensivi tra tutti gli stranieri. In questo momento, un’avversaria certamente ostica per noi, abbiamo cercato di prepararci al meglio nonostante le assenze. E sono convinto che ciascuno dei miei giocatori cercherà di essere pronto ad un ruolo di maggiori responsabilità”.
Fonte: Sito Uff. Fortitudo Bologna
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"In my 23 years working in England there is not a person I would put an inch above Bobby Robson."
Sir Alex Ferguson.