Ritirato a 18 anni. Sembra un controsenso, ma può succedere anche questo. E' la storia di Pasquale Paolisso, ragazzo 18enne del vivaio dell'Air Avellino, miglior realizzatore degli azzurri agli scorsi europei under 18. Molti di voi lo ricorderanno come il ragazzino entrato in campo in gara 3 di play off contro la Lottomatica e capace di mettere a segno 10 punti. Il ragazzo, un prospetto non solo per la pallacanestro avellinese ma per tutto il basket nostrano, si trova ad essere fuori dalla prima squadra e dall'under 19 per incomprensioni maturate tra il giocatore, la dirigenza e lo staff tecnico.
Questa storia comincia a maggio, siamo al PalaEur, gara 3 di semifinale play off. Avellino è sotto contro la Lottomatica quando Boniciolli gioca una carta a sorpresa, entra Pasquale Paolisso, giovane del vivaio visto solo in qualche scampolo di garbage time. La prima azione della sua partita Paolisso riceve palla in punta, attacca Tonolli e dopo una splendida virata va a realizzare subendo il fallo del capitano di Roma. Non finisce qui, perchè il ragazzo darà una forte scossa alla squadra realizzando 10 punti e uscendo prepotentemente alla ribalta. L'Air perde, ma Pasquale acquista grandissima visibilità dalla prova offerta a Roma. Visibilità se possibile raddoppiata dal fantastico europeo under 18 disputato da Paolisso con la maglia della nazionale, di cui è miglior realizzatore. Per la prima volta, nella sua breve carriera, è oggetto del desiderio di numerose squadre tra b1 e lega2.
Paolisso valuta le offerte che gli arrivano e decide che è il caso di andare a fare un pò di esperienza in una squadra di categoria minore. La squadra che l'Air sta costruendo punta forte a confermare quanto di buono fatto nell'anno precedente, e per il ragazzo sarebbe davvero difficile trovare spazio subito ad un livello così alto. La decisione è difficile, Pasquale è di Avellino ed Avellino è la sua casa, ma decide di andar via. Subentra così in questa storia il presidente Vincenzo Ercolino, che non ha alcuna intenzione di cedere il giovane, ritenendolo un patrimonio da trattenere ad ogni costo. Paolisso inizia così gli allenamenti con la nuova Air targata Markovski, ma per il coach macedone è poco più di un giovane, utile al più per gli allenamenti e per completare la panchina. La situazione del ragazzo, poco coinvolto negli allenamenti e praticamente mai utilizzato nelle amichevoli, è frustrante: quello che doveva essere il suo anno è uguale ai precedenti, anzi forse addirittura peggio. Di qui la decisione drastica, e si spera temporanea, del ritiro.
"Pasquale, cosa stai facendo in questi giorni?"
PP: "Vivo la mia vita da ragazzo diciottenne. Ho smesso di allenarmi sia con la prima squadra che con le giovanili: penso sia la scelta giusta".
Quali sono le tue sensazioni da "ex giocatore", se così possiamo definirti?
PP: "Sono sicuramente molto dispiaciuto, il basket è sempre stata la mia vita ed ora mi sembra strano non giocare. Però sono stato forzato a prendere questa decisione, non riuscivo più a sopportare il modo in cui venivo trattato".
Che cosa è successo?
PP: "Avevo chiesto di andar via già a maggio, poi durante e dopo gli europei mi sono arrivate tantissime offerte da club di lega2 e di A dilettanti (ad un certo punto sembrava certa l'approdo del giocatore a Trieste alla corte di Boniciolli, ndr), ma la società ha voluto trattenermi ad ogni costo, dicendomi che sarei stato valorizzato qui. Purtroppo mi sono subito reso conto che non sarebbe stato così. Non ho mai preteso di avere subito spazio, ma almeno avrei voluto fare allenamento. Anche nelle amichevoli, giocavo dieci secondi al massimo, nemmeno il tempo per provare a mettermi un pò in mostra".
Riesci a vedere per te un futuro nella pallacanestro?
"Non lo so, in questo momento sono davvero molto incerto. Fermarmi ora rappresenta per me un grave handicap, perchè non potrò crescere come i miei pari età".
Difficile commentare una situazione del genere. Certo è che la storia di Pasquale Paolisso rappresenta un controsenso assurdo in un Italia del basket allo sbando, con la nazionale in crisi: se succedono cose del genere, c'è anche da aspettarselo.
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"In my 23 years working in England there is not a person I would put an inch above Bobby Robson."
Sir Alex Ferguson.